Racconti
Le prime ore di Domenica 18 Aprile 2010,
nell'aria fredda della notte, c'é calma sul campo di Novi;
di colpo, lo scricchiolio metallico di un lucchetto che si apre e, subito, il rumore ferroso della rotaia, che sostiene la grande porta dell'hangar, rompe il silenzio.
Inizia lentamente il rotolare della grande porta, poi sempre più veloce per poi rallentare di nuovo e fermarsi inerte sul fondo del binario.
Qualche lepre attraversa di corsa il prato umido mentre il Piper bianco e rosso esce sul piazzale, spinto a mano dal pilota.
Lui sale, con il suo loden verde, l'abito perfettamente calzato e la cravatta stretta al collo intonata al completo; tra le labbra, l'immancabile sigaretta brilla nel buio, quasi a voler riscaldare il viso sorridente dell'uomo.
E' felice il pilota nel salire a bordo del vecchio aeroplano, e il buio e l'aria fredda del mattino non lo spaventano, anzi, prova una calma mai provata e le fatiche e i dolori di ieri non sembrano che un ricordo.
E' il momento...
il motore si avvia sbuffando, come a voler lamentarsi per questa partenza improvvisa, come a voler trattenere il pilota ancorato alla terra.
Ma lui, il pilota, non ha incertezze e preso il microfono fa la sua chiamata con la voce roca di sempre, rotta quà e là da un colpo di tosse:
"Novi da Riccardo", "chiedo autorizzazione al decollo pista 36, solo il pilota a bordo, senza piano di volo... non mi serve, so bene dove andare; lontano da qui, un viaggio infinito con una meta precisa; anche se un po mi spiace lasciare questo campo, gli amici, le persone che amo, e perché no... anche quelle che non sopporto ma, Novi, sento che devo partire, darò motore, come sempre farò scorrere il prato sotto le ruote, finché le mie ali non mi faranno sentire leggero, senza peso, senza pensieri, senza paura."
"Novi, chiedo l'autorizzazione a lasciare il vostro spazio aereo, per l'ultima volta, per portarmi alla massima quota... "
la chiamata all'aria, sembra perdersi nel silenzio di questa notte, mentre il suono rotondo del motore del Piper, lentamente, si spegne all'orizzonte.
D'improvviso una scarica, un fruscio e nella cuffia risuona un coro di voci amiche:
"Riccardo da Novi... grazie per essere stato con noi, resterai per sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori".
"Fai buon viaggio caro Riccardo e l'autorizzazione a lasciare il nostro spazio aereo, lo sai già è
... a discrezione!"
Tutti i Soci e gli amici di Novi
partecipano al dolore di Maria Rosa, Stefania e Alessandra Re.
Una giornata che non dimenticherò
Novi 19 Luglio 2009
…Ore 10.15 di domenica mattina: in ritardo come al solito monto l’aliante di fianco all’amico Stefano e faccio la classica battuta: “oggi Stefano si fa il Cimone”......risata di entrambi considerandolo una chimera….
….Tutti schierati di buon ora e decollo previsto per le 12.30.
Esaltazione generale per le condensazioni che alle 11.00 si formano già sulla città tracciando strade nel cielo sia ad est che ad ovest.
Decolla il gruppetto degli apripista: Vittorio, Alberto, Luca e sul DuoDiscus Francesco e Paolo, che per questa volta “tradisce” il suo storico compagno di merende. A seguire: Franco, io , Stefano e Dino.
Appena decollato Franco mi indica una potente ascendenza sulla città e aspetta me e Stefano fino al raggiungimento della base di 1400m. Subito dopo il nostro terzetto capitanato da Franco si lancia all’inseguimento dei primi in direzione ovest seguendo la strada di cumuli verso le Langhe. La marcia è veloce e in breve tempo “giriamo” la città di Alba, già lasciata dal gruppetto di testa che mantiene un vantaggio di 10 km.
Si punta quindi in direzione opposta per raggiungere gli Appennini ad est…
…Giunto sulla pianura, seguo, in fondo al gruppo, l’allineamento di cumuli che si sta arcuando verso nord per l’ingresso del vento da sud. Mi trovo in difficoltà nel risalire la quota sulla città di Alessandria e il mio distacco dagli altri aumenta.
Risalgo a fatica il tratto Alessandria Voghera dove i cumuli sono progressivamente spostati e impoveriti dal vento…
…Finalmente raggiungo i primi Appennini a est di Voghera dove la situazione decisamente migliora e faccio quota per “attaccarmi al nero” che segna la strada verso est. Raggiungo senza troppe difficoltà Bardi, poi Rubbiano dove finalmente termico in compagnia del DuoDiscus che è sulla via del ritorno insieme agli altri. Saggiamente hanno valutato rischioso ritardare ulteriormente il rientro per il vento meridionale destinato ad incrementarsi…
…Solo due indomiti e caparbi amici, Luca e Stefano, comunicano che intendono proseguire e io decido di procedere nella stessa direzione.
Come giustamente fa notare Luca la strada al Cimone è scritta nel cielo e comunque, in ogni evenienza, manteniamo un ottima planata su Rubbiano. Il tratto di 75 km da percorrere presenta due allineamenti di cumuli: uno a sud sulle creste dell’Abetone ed uno più a nord che rimane sulla mia strada. Lo seguo timoroso, ma con la crescente speranza di raggiungere l’obiettivo…
…Volo da solo perchè non riesco mai a colmare “l’elastico” di 10-20 km che mi separa da Luca e Stefano. Tra una preoccupazione e l’altra resisto alla tentazione di girare verso casa appoggiato dalla voce del bravo e tenace Luca che oggi è più agguerrito che mai!
Mi sento un pò solo ma il cielo è facile ed ogni tanto scorgo qualche aliante dei parmensi che mi infonde sicurezza. Il Monte è là davanti, così lontano... ma così vicino che non voglio farmelo scappare. Proseguo mentre gli amici, dopo averlo “toccato”, sono già di ritorno…
…Non posso credere di riuscire a raggiungere quella montagna con la sola energia della natura quando in passato era stata più volte un ostacolo da evitare e da guardare dal basso nelle mie trasvolate in ultraleggero verso la Toscana.
…Ok ci sono......la raggiungo al lato nord dove trovo una termica amica che mentre sostiene dolcemente il mio aliante mi consente di scattare alcune foto: ora ogni km è un passo verso casa.
Attaccato alle barbe vado come un treno fino a Rubbiano dove sulla verticale del campo risalgo alla dei base cumuli di 2400m…
…Tra le due strade che mi si presentano di fronte scelgo quella più a nord sulla pedemontana che mi mantiene a portata di pianura. Mi sostiene discretamente fino a nord ovest di Bardi dove arrivo a 2000m. Vedo le antenne del Penice e proseguo in quella direzione mantenendo il bordo al sole dei cumuli, i valori sono deboli e, non trovando quasi nulla da “girare”, arrivo a 10 km a nord est del monte con 1400m. Ho la planata su Voghera ma dovrei abbandonare la strada per Novi e passare a nord delle ultime alture…
…Per fortuna Luca mi segnala una buona salita a sud ovest della montagna ma sono basso per scollinare. Sopra di me c’è un nero ormai scarico, ne percorro il bordo al sole e trovo un debole valore che mi fa guadagnare a fatica 100m.. Riesco così a scavalcare l’avvallamento a ovest della cima e trovo il +2 che mi fa raggiungere i 1600m per cominciare la vittoriosa planata verso Novi.
La soddifazione è tanta e urlo di gioia alla radio.
Gli amici sono già salvi e mi aspettano sopra Cassano. Planiamo insieme verso Novi con l’umore alle stelle e con quota sufficiente per tagliare il vento da sud che arrivato a 20 nodi avrebbe reso impossibile il nostro rientro se non fosse rimasto confinato alla pianura…
Riflessioni:
…Grazie alle buone condizioni meteo il volo è sempre stato condotto con ampi margini di sicurezza avendo planate abbondanti sui vari atterraggi.
L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla caparbietà di Luca che ha creduto nelle condizioni favorevoli ed è stato, accompagnato dal bravo Stefano, l’elemento trainante.
Voglio esprimere un grazie speciale a Vittorio e a tutti gli amici piloti più esperti che in ogni volo mi insegnano qualcosa e mi hanno aperto la porta del volo a vela con un altruismo fuori dal comune.
Naturalmente voglio anche esprimere riconoscenza a Vittorio Borgo che, oltre ad essere stato il mio istruttore (insieme a Luca e Giuseppe), è il vero motore della macchina che ci permette di volare.
Roberto Perax
Una bella storia (Luca)
...da non dimenticare
Novi 19 Luglio 2009,
Per immergersi meglio nel racconto ho ritenuto necessario una premessa temporale che renderà meglio il mio stato emotivo:
Venerdì notte:
temporali violenti e diffusi mi hanno costretto a stare sveglio e in giro per la mia tenuta nel tentativo di mettere in sicurezza gli impianti di irrigazione che in questo periodo funzionano 24 ore al giorno..... non immaginavo mai più di dover lavorare anche la notte con il pigiama indosso....eppure quella notte mi ricordava molto quella già vissuta nelle alluvioni.... ero veramente disperato.
.........non racconto come mi sono alzato sabato... ma ero praticamente come un cane inferocito....
vado comunque in aeroporto poiché la giornata sembra ovviamente buona per il volo di distanza in aliante; tutti gli esperti di meteo e di volo sanno bene che dopo il passaggio di un fronte le condizioni dell'aria sono quasi sempre buone..…. ma ahimè le mie condizioni fisiche sono pessime e come se non bastasse provo un certo nervosismo nel sentirmi dire:
... ma dai una giornata così quando la ribecchi.....ti sei alzato solo ora perché ieri ci hai dato alla grande altro che lavoro…..
GRRRRR GRRRRRR!!!!!!!
Conoscendomi abbastanza bene so che quando sono riposato ci rido sopra ma questa volta ero pronto a tirare un pugno sulla faccia al primo che azzardava uno scherzo di troppo.....
Era proprio tempo di non volare!!!! Dannazione!!!!!!!
e così faccio e mantengo la promessa.
doppia sfiga però penso ... lavoro tanto al punto di non poter gioire neanche quando dovrei...
FANTASTICO!!!!!!! Fantozzi mi fa un baffo...
così dopo una giornata a terra vado a casa, mi metto nel mio ben amato letto e mi faccio una dormita che non ricordo dai tempi dell'asilo quando ci si addormenta su un divano e ci si alza la mattina nel letto senza ricordare lo spostamento .....
Domenica mattina sveglia all'alba mi sento rinato... un cielo terso e luminoso mi ricorda quelle albe che si apprezzano solo quando si dorme in alta montagna... ma questa volta sono ancora in quel di Alessandria...
Caz !!!>> dico ma allora questa volta qualcuno dall'alto mi ama ancora.....
Preparo rapidamente tutte le mie cose e parto alla volta dell'aeroporto...
Gli alianti sono quasi tutti montati e l'aria che si respira tra i piloti è molto gasata; la giornata ricorda quella del noto film "un mercoledì da leoni"!!!
monto vado in linea e..........
fortuna vuole che il primo al decollo non è pronto a partire, che il secondo è troppo pesante per il traino in arrivo e che in un attimo mi sento spingere davanti a tutti per il decollo.....
Uauuuuuuuu!!!!!!!!!!! decollo alle 12:26 che figata, non capita mai !! generalmente aiuto gli altri e parto sempre tra gli ultimi ma questa volta sono un “fortunato”, sono il primo !!!!
Decollo, non sgancio subito mi dico, non posso bucare e finire in fondo alla linea ... ma nel mentre sento un avviso radio dal traino dell'avvistamento di un traffico molto vicino a noi, mi allerto… e.........
CAZZ! Questo ci piglia! giusto il tempo di sganciare il cavo e liberare il traino che il traffico ci passa ancora troppo vicino al muso... chissà se ci ha visti ?
MINCHIA SIG TENENTE!!!!!!!! Emergenza gestita, grande! Ma ora chi mi tira su? sono basso ad inizio giornata… no……..
Ok allora: concentrazione, inizia la lotta, cerco di salire comunque perché non voglio tornare a terra.... ma quel qualcuno lassù voleva proprio farmi vincitore quella domenica.
Così in un men che non si dica riesco a fare quota e sono pronto ad inseguire i migliori piloti del club.
Planatona verso ovest verso un cumulo che sembrava stare a metà strada tra noi e la Francia...... ok vado anch'io anche se la mia macchina è datata come me e qualche acciacco di vecchiaia lo sente pure lei. Riesco però a stare dietro al gruppo senza grosse difficoltà e divertito arriviamo fino ad Alba. Lì però il cielo non sembra più dei migliori e quindi il caposquadra, pilota esperto decide di orientarsi verso est.
Io non amo molto andare da una parte all'altra, preferisco darmi una direzione e seguirla, ma il piacere del volo in compagnia appaga sempre di gran lunga le mie scelte tattiche...
così giro i buoi anch'io.
nel mentre ci fermiamo ad aspettare il buon Ferrando che molto gagliardamente ci ha raggiunti ed ora si unisce al nostro gruppo .... siamo nelle filappere ed io sparo Est.
per un attimo sono avanti al gruppo ma ben presto l'aliante di topolino inizia a scricchiolare come la zattera di Geppetto e mi ritrovo solo e basso nella pianura in un momento di stanca...
Cazz! sarà mica che perdo il gruppo?..... GRRRRRR....
devo fare una magia e cercare nel mio cappello a cilindro qualcosa di nuovo...
non riuscirò mai a raggiungerli se seguo la loro strada sono troppo indietro devo assolutamente trovare una scorciatoia.....
così mi dirigo nettamente fuori rotta dove vedo una formazione persa nel blu che se mi da il giusto valore di salita mi permetterà di fare un taglio netto al percorso e saltare in montagna dove le condizioni sono sicuramente molto migliori....
e ZIP ZAP TRICK TRACK!!!! e voilà!!!!! eccomi in un soffione da 4.2 metri al secondo di punta di salita che mi riporta in un attimo 1800 che mi consente di lanciarmi nel blu per l'attraversamento..... non tutto va per il giusto mi toccherà deviare un pochino a sud e non prendere subito i primi cumuli ma il gioco procurerà profonda ammirazione e stupore nel gruppo che dopo quasi un'ora di silenzio radio con me mi ritrova più alto e lontano...
yahoooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ora risalito devo beccare il capo gruppo che sta viaggiano in compagnia di altri due supercorridori qualche decina di chilometri avanti a me ..
la differenza delle macchine ora gioca forte e mai potrò sperare di raggiungerli ma solo eventualmente superare il loro punto di virata, che suppongo comunque molto remoto.
tra un cumulo e l'altro presto ci troviamo con il gruppetto dei secondi a Rubbiano, Parma, aviosuperficie dei parmensi..... il capogruppo che si trova qualche decina di chilometri più lontano chiama il rientro e uno dopo l'altro unanimemente visti i rischi e le motivazioni del capogruppo che dichiara situazioni di vento da sud forte in ingresso dal passo dalla val di Taro si dirigono verso casa.....
e qui.................
…..viene il bello..........
la rivolta popolare...............
chiedo per chiarezza e certezza la distanza da Novi del punto di virata della testa d'ariete....... non voglio sorprese devo andare oltre....
110 km da novi viene scandito per radio!!!!!!!!!
ok dichiaro le mie intenzioni, ....
India kilo alfa prosegue........... le condizioni meteo sono a mio avviso sicure e ancora buone per continuare ... forse non per tornare a Novi ma sicuramente per tornare a Rubbiano visto che la quota mi consente ampi margini di attacco.....
silenzio radio.........
ma .... hai visto l'ora dichiara il biposto da gara che già aveva fatto un volo strepitoso fino a quel momento con un socio a bordo in stato esaltazione e orgasmo incontrollato (chiedere di Paolo Trabucco)......
si l'ho vista ......ma questo cielo è un invito a cui non si può rinunciare rispondo con convinzione e determinazione...
silenzio.... radio...
confronto dei piloti in volo sulle decisioni ....
ma allora vengo anch'io risponde il DG300 di Stefano Ferrando....ci credo anch'io
e anche il DG 800 di Roberto Perasso dichiara le stesse intenzioni sebbene lui non sia in vista e quindi in condizioni di scelta molto più difficili....
ok andiamo!!!!!
io metto il campo di Rubbiano come GOTO e dichiaro che probabilmente sarà il nostro atterraggio se la giornata dovesse mai spegnersi immediatamente per colpa del sud in ingresso....
ma ragazzi allora se siamo tutti decisi a non tornare dobbiamo girare il Cimone grande vetta ambita dai piloti novesi......
ok!!!! ce la faremo!!!!!! (mi ricorda un pochino uno slogan presidenziale ma ogni riferimento è puramente casuale) forza e collaborativi”
Qui la rivolta dei poveri poteva essere solo esempio di inesperienza e bella dimostrazione di incapacità di scelta meteo; la probabilità dell'insuccesso c'era, e visti i piloti di testa, era quasi una garanzia finire per terra ma....
questa volta………
.... …. noi siamo galline di un pollaio che non hanno resistito a scappare dalla porta lasciata aperta dalla governatrice dei polli;....
....pensiamo.... non ci capita mai .......la governatrice è sempre molto attenta ci dà da mangiare tutti i giorni e ci chiude tutte le sere per evitare che le volpi e i lupi ci mangino....ma noi non conosciamo quell'orizzonte se non dai racconti fatti da quelle generose ovaiole che sono rimaste nel pollaio più di tutte le altre le più vecchie insomma......
……questa volta avevamo il destino nelle nostre mani e una gran voglia di vedere oltre il recinto.
yahooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!! let's go!!!!!!!!!!!!!!
e cumulo dopo cumulo la vetta del Cimone ci ride come il sole che sorge la mattina nelle fredde notti invernali!!!!!
passo dopo passo eccoci sulle antenne; il logger segna la corretta posizione e piantiamo come gli astronauti sulla luna la nostra bandiera!!!!!!!! chissà forse anche la casualità dell'anniversario averci messo indosso un po’ di avventura.
Dovevamo aver forse veramente impietosito quel Signore che sta sempre più alto di noi....
Aggirato il pilone ci dirigiamo a Novi e troviamo una strada che sembra fatta apposta per noi; un fronte di brezza che ci porta come un volo di linea presto a Rubbiano e poi verso casa in completa euforia e contentezza.....qualche punto difficile ovviamente è dovuto per poter vincere la spilla del Cimone sulla giacca ma con ottimo spirito di corpo siamo riusciti ad aiutarci come buoni commilitoni e far rientro tutti e tre insieme in formazione sul campo di casa ..........
Elogi e strette di mano non sono mancate per un giorno indimenticabile!!!!!!!!!!!!!!!!!
I logger chiudono il percorso di 454.70 km olc in 6 ore e 26 minuti quando un urlo della governatrice ci risveglia dal sogno...... la povera donna si è accorta del cancello lasciato aperto e se la sta prendendo con la sorte.........
TRANG!!!! il cancelletto stridente si chiude, il sole tramonta ma una nuova favola è stata scritta per i nostri avidi pulcini di racconti oltre il recinto...
YAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!
Un grazie particolare:
ai compagni Stefano Ferrando, Roberto Perasso che ci hanno creduto
a coloro che hanno condiviso l’esperienza e reso la giornata ancor più divertente: Paolo Trabucco, Francesco Senatore, Franco Borghero
ai sempre indiscutibilmente bravissimi piloti corridori Vittorio Squarciafico, Dino Giacobbe, Alberto Raselli che sempre ci hanno spronato e motivato con convinzione e dedizione e ci hanno una volta tanto fatto assaporare il gusto della vittoria
al mio istruttore di volo Vittorio Borgo che sempre con animo buono e grande spirito altruistico mi ha lasciato il tempo di crescere con i suoi saggi insegnamenti e consigli
a tutti quelli che con pensieri positivi hanno reso grande questo magnifico sport
alla prossima avventura
I-KIKA!
dalle stelle alle stalle
(...di una cascina fuori Ceva)
Novi 21 Giugno 2009,
Siamo decollati di corsa, con l’entusiasmo tipico delle giornate speciali.
Le previsioni, confermate da tutti i modelli matematici e dall’analisi della massa d’aria, ci avevano confermato l’eccezionalità del momento, forse anche troppo, viste le quote previste a livello da ossigeno.
Sono in corsa, anzi in rincorsa, all’inseguimento della coppia di testa formata da Vittorio sul Duo e da Alberto sul fedelele ASW27.
Come sempre la rincorsa produce nervosismo e le termiche sembrano non venire mai bene, troppo lenta la salita sotto questi cumuli, belli a vedersi da lontano, ma un pò sbrindellati quando si arriva sotto.
L’aria è frizzante, la sento filtrare dal finestrino insieme al sibilo del vento che mi aiuta come sempre a valutare la velocità in spirale; approfitto per fare tesoro dei consigli registrati il giorno prima, nel volo in biposto con Vittorio e cerco di perfezionare la tecnica di salita.
Ora sono in rotta, sotto una strada tapezzata di bei cumuli in direzione di Acqui. Mi tengo sul lato nord, contando sul sopravento che sembra apprezzabile e così facendo mi sposto velocemente ma ogni volta che chiamo per radio sento i due amici sempre più distanti e sempre più vicini alle montagne di Limone e al confine francese.
Le quote non sono eccezionali, al contrario delle previsioni, si fa fatica a raggiungere i 1500, ma ad ogni cumulo è garantita una salita di media intensità a +1,5m/s e ciò mi basta per allontanarmi dal cono di Novi senza troppe preoccupazioni.
Mi raggiunge Dino con il suo Lak e subito il DSX lo traccia emettendo una sfilza di suoni di allarme, a cui si aggiunge ora anche la voce sintetizzata del palmare. Sono contento di non essere da solo, in queste Langhe faccio sempre un po di fatica a orientarmi e un aiuto per trovare la salita può far comodo.
Dopo Acqui le cose migliorano, la base sale a 1800 e poi a 2000, come pure il terreno, cosparso di colline e valli sempre più fitte e verdi. Arriviamo a Cairo Montenotte e sotto di noi appare un gran bel campo rotondo, orientato in più direzioni, una vera manna in caso di atterraggio forzato.
Commentiamo l’informazione per radio ed entrambi ci ripromettiamo di marcarci le coordinate per il futuro, nel frattempo sposto il waypoit sul computer da Novi ad Acqui Terme… meglio tenere sempre un campo atterrabile sotto controllo.
Si va avanti e davanti a noi si intravedono le montagne innevate su cui Vittorio e Alberto stanno già facendo pilone, girando il Colle della Maddalena, proprio sul confine con la Francia.
Nella foga della rincorsa, trovo un valore debole e lo scarto, sicuro di rifarmi al cumulo successivo che però dista qualche chilometro. Arrivato sopra la Valle di Garessio, mi fermo sotto un baffetto sfilacciato e per la prima volta mi accorgo che faccio fatica a costruire una salita decente.
Torno indietro ma, dove non sono salito prima, non salgo neanche adesso, mentre Dino forte del suo 18 metri, ha almeno 200 metri di vantaggio sopra di me e si muove con più serenità.
Inizia così una fase negativa del volo, bastano pochi minuti, qualche discendenza di troppo, alcune spirali di prova non fortunate e in men che non si dica mi ritrovo a 1300 metri con le colline sotto di me a nemmeno 300m.
La prospettiva cambia, l’orizzonte si stringe e intorno a me sono solo boschi, fitti di alberi e valli inaccessibili… non un campo di grano a pagarlo oro.
La planata su Acqui è andata farsi benedire, complice un vento strano che si intuba nelle valli e cambia da est a ovest con facilità; tanto, anche se avessi la quota per il computer, non l’avrei per i miei occhi, che non riescono a superare l’altezza delle colline intorno a me.
A questo punto scatta il dilemma: verso est vedo un bel cumulo sopra la cresca di una collina e stimo una planata che mi porterà a poche decine di metri dalle piante; a nord ovest, intravedo una valle e un fiume, fa una leggera curva in direzione ovest e si allarga verso la pianura… in lontananza, mi sembra di vedere dei campi coltivati.
E’ una frazione di secondo… decido per la valle e rinuncio forse definitivamente al rientro in volo, addio cumulo a est, ma come faccio a sapere cosa c’è dietro alla collina?… e se poi non passo ? e chi mi dice che questa volta il cumulo sarà sincero? Basta indugiare, mi avvicino con un volo strisciante lungo i crinali, sperando di trovare una improbabile ascendenza,… forse c’è !!! no… è una finta.
Proseguo, mi avvicino al fondo valle e vedo finalmente dei campi in salita, sono appena stati mietuti e ci sono le rotoballe sul terreno ! che sfiga, come se non bastasse ci sono linee elettriche in testata, ma forse posso starci ugualmente, certo non è il massimo !
Mi parcheggio in uno zerino proprio sopra al campo con le rotoballe, un giro, due, non perdo quota ma azzero la salivazione ! cosa darei per un valore positivo, tanto da riuscire a mettere il naso sopra questo costoncino e vedere un po' più di orizzonte.
Intanto mi guardo intorno, alla ricerca di un’alternativa migliore e finalmente scorgo più a ovest dopo un paesino, alcuni campi verde chiaro. Non è il colore che preferisco, sintomo di colture già mature, forse granoturco… però non mi sembra di ricordare campi con grano o granoturco alti, forse è ancora presto… speriamo.
In ogni caso decido che è meglio falciare qualche pianta che centrare una balla di fieno o tirar giù un cavo del telefono, quindi via verso il campo verde.
Sono proprio basso, trovo un altro zero sui tetti di questo paesino che poi scoprirò trattarsi di Ceva, e mi bastano i pochi secondi per localizzare finalmente una striscia marrone in mezzo ai campi verdi !!!
è fatta! ecco il mio campo, è perfetto, attacco a zero e nessun traliccio in testata.
Finalmente posso concentrarmi sull’atterraggio: Il vento è frontale, da ovest… bene mi aiuterà, un ultimo 180° sulla prenotazione virtuale, carrello fuori, sottovento… prova diruttori e occhio alla velocità, il campo mi sembra lungo, ma non vorrei scoprire tardi di aver preso una cantonata, mi lascio scorrere il campo fino a intravederlo con la coda dell’occhio, voglio un finale da manuale, lungo quanto basta per sistemare la velocità, 90/95km/h… così è perfetta, il vento non è forte e me ne frego di compensare la velocità, vengo giù bene, il punto di mira è sul fosso al margine del campo… sono un po corto, chiudo leggermente i diruttori… ancora pochi metri, ci siamo… rotazione… touch down!
Una decelerazione bestiale quasi mi strappa le cinghie (troppo lasche) e in pochi metri mi fermo.
Mi rendo conto che andato tutto bene e, al nervoso per aver perso il rientro, si sostituisce la soddisfazione per l’ottimo atterraggio. L’ho messo giù in meno di 100 metri e il campo è seminato da poco, morbido e pulito da sassi, meglio non poteva andarmi.
Non saprò mai se sulla collina, sarei riuscito a salire e guadagnarmi il meritato rientro in volo, ma sono certo di aver fatto la scelta giusta, tra azzardo e sicurezza non ho dubbi: Il mio Discus è salvo e con lui avrò altre occasioni e altre valli da esplorare.
Francesco (FS)
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Ringraziamenti:
Il grazie più grande va a Livio, che senza alcun indugio è saltato in macchina per venirmi a prendere. Un recupero di quasi sei ore di viaggio, tra andata, ritorno e pizza con festicciola scolastica lungo la strada.
Te ne devo “una” Livio… una bella grande, grazie di cuore !
Un Volo Indimenticabile
era da tempo che non scrivevo un racconto sul nostro sito, d'altronde per scrivere qualcosa di veramente interessante serve un'esperienza forte, una di quelle avventure che segnano un punto fermo nella vita di un pilota di volo a vela.
sabato 2 Maggio in volo sulle Alpi Francesi, questa magia si è ancora avverata e allora vi racconto...
alle 8, con una buona ora di ritardo sulle mie solite abitudini mi sveglio... distrutto; ieri abbiamo fatto un gran bel volo. Io sul mio discus e Luca e Roberto sul Duo Discus e Alberto sul ASW27; in volo con noi anche Vito e Franco... loro, decisamente di un'altra classe.
quattro ore e mezza di salite potenti e planate energiche, sotto un cielo come sempre generoso e sopra uno sterminato paesaggio innevato, da Fayence a Bardonecchia, lungo rotte già provate ma sempre affascinanti.
Oggi il mio neurone, risente pesantemente della prima giornata di volo, quasi sempre sopra i 3000; e mettersi in piedi è veramente dura, con la testa che pulsa e una debolezza generalizzata, forse per astinenza da caffeina.
Mentre ingurgito il primo caffè della giornata, lo sguardo fuori dalla cameretta va al cielo... spettacolo! un bel blu intenso, privo di segnali di condensazione; se saremo fortunati oggi non dovrebbe coprirsi come ieri, quando alle 10 del mattino già spuntavano cumuli a perdita d'occhio e nel pomeriggio sono arrivati i temporali a guastare la festa.
Intanto si svegliano tutti, e con piacere scopro che sono tutti a pezzi come me... buon segno... allora è normale, non sono io che sto invecchiando e che non reggo più un pò di overdose da adrenalina e una cena non proprio al bacio!
Per oggi, viste le condizioni meteo, è previsto un valzer di equipaggi, a Vittorio lascio il mio amato Discus, sul Ventus volerà Dino e io e Luca divideremo l'esperienza sul Duo, questa macchina meravigliosa, creata per queste montagne, per questa neve, per questo vento.
Non mi dilungo sui preparativi anche se, in previsione della bella giornata confermata dal briefing delle ore 9,00 da Michel e dallo Chef Pilot di Fayence, nulla è stato lasciato al caso: controllate le batterie, le cartine e i palmari, il libro dei campi atterrabili, le macchine fotografiche, l'elt, le borracce, le attrezzature varie per i bisogni fisiologici... e chi più ne ha più ne metta.
Alle 12,00 il gruppo vacanze Novi al completo, con Franco apripista e Alberto, decolla alla volta del Malay, prima salita d'obbligo per poter lasciare la zona e puntare a nord.
Le cose vanno subito bene, una bella salita da +2,5 m/s ci porta rapidamente sopra i 2000m e il gruppo è pronto per abbandonare la "vasca" e spostarsi verso le prime basi di cumuli promettenti sopra il Teillon e oltre.
Vittorio parte a mille... 150/180 km/h sparato verso una fascia molto bella spostata un pò più a est della solita rotta, verso le montagne innevate, un percorso inusuale, ma alla luce delle condizioni e dei cumuli già a base 3000m sembra una scelta logica e sicura.
Questo cielo è un'orgia di cumuli! saliamo quasi sempre con medie di quattro, cinque metri e nulla di meno... rifare la quota, persa nei traversoni, è un gioco da ragazzi, anche se come sempre Vito ci bastona di brutto, lamentandosi per il nostro cronico ritardo... oggi posso dire che un pò ha ragione lui e un pò è quasi divertente farlo incazzare così... speriamo non se la prenda.
Il Duo è proprio una favola, risponde veloce ai comandi come fosse un monoposto e la salita è stabile e piacevole. La mia autostima raggiunge il massimo quando Luca in termica stretta, mi sussurra nelle orecche " bravo cipollino... vai così... sei un mito... fantastico!!! " e il Duo si arrampica, mentre il variometro urla il fondoscala.
Il volo sarà lungo e proveremo più volte la piacevolezza di volare in due, alternandosi ai comandi frequentemente, sfidandoci a "chi sale meglio" o solo dividendoci un "jambon -beurre", immancabile panino francese, gustosissimo a 3700m.
Arriviamo al traverso di St Crepin e Vito addocchia un fronte di cumuli parallelo al nostro, tutto sul versante Italiano, a est... in direzione del Monviso.
Il Monte, sporge alla fine della strada ed è un richiamo irresistibile... urge una decisione, Vito incalza per radio "se siete d'accordo facciamo questo traversone lungo il Queyras e raggiungiamo i cumuli in Italia... sono bellissimi non possono tradirci"... secondi di silenzio e a bordo del Duo, parte un trattativa... Luca non ha dubbi, vuole andare, io come al solito sono incerto, non vorrei ficcarmi in qualche casino, ma il Monte mi guarda e alla fine... mi arrendo e si parte!
Il gruppo si sposta veloce e lascia i comodi 3700 verso la fascia di cumuli distanti una ventina di chilometri... a metà strada arriva la comunicazione di Vito, perfettamente in sintonia con la legge di Murphy "sono arrivato sotto i cumuli, non tirano tanto... mi sposto per cercare un valore migliore"... porca vacca !!! lo sapevo che non dovevo farmi tentare, ormai non si torna più indietro... un pò nervoso e lamentandomi con Luca avanzo verso questa striscia deboluccia dove è imperativo salire.
In verità, la mia è solo una preoccupazione logistico/matrimoniale, mai, in nessun momento, abbiamo rischiato qualcosa, tranne, nella peggiore delle ipotesi, dover girare i buoi verso l'Italia e atterrare a Cuneo Levaldigi, dove certamente avrei dovuto avviare le pratiche di divorzio.
Ma la salita c'è! più debole dei valori precedenti, ma senza problemi.
Raggiungiamo la base del cumulo e per un attimo sono appagato e pronto scappare indietro, quando arriva un messaggio radio da Vito che ci esorta a proseguire "ma cosa aspettate ? quando vi ricapita di costonare sul Monviso !!!" , ha ragione, mi giro e lo vedo appoggiato alla parete ovest del Monte dove subito ci avviciniamo anche noi, con la bocca aperta gli occhi strabuzzati, ammirati e intimoriti da sua maestà il Monviso.
Luca scatta a raffica, foto su foto, per fissare ogni istante, per paura di perdere il momento magico, temendo come me, che un giorno l'oblio possa indebolire l'immagine che ora riempe tutto il nostro spazio visivo.
Sono sensazioni forti, che da sole valgono tutto, come l'alpinista che distrutto dalla fatica e sorretto solo dall'adrenalina dimentica lo sforzo, alla vista della cima, cosi noi godiamo, accarezzando la vetta più alta, con l'ala a pochi metri dalla roccia e una sensazione di forza e di potenza che gonfia l'anima ed è certamente privilegio di pochi.
Credete che sia finita qui ?
nemmeno per sogno, dopo il rientro in Francia passando per il colle della Maddalena e sbucando su Barcellonette, via veloci attraverso il Col de Var e l'Isoare, lasciandoci la pista di St. Crepin alla nostra sinistra e spostandoci rapidamente verso le forificazioni dello Chaberton sopra Monginevro e infine in Italia, lungo la val di Susa fino quasi a Torino sulla punta del Rocciamelone.
Il rientro è una passeggiata con una planata di oltre 100 km dai 3700 sulla Tete de l'Estrop fino al passo de Lachens e in fine Fayence.
E' stato un volo unico, indimenticabile, di quelli che si fanno forse una sola volta nella vita... o forse no.
grazie e Vittorio per la guida sicura, il compagno di merenda Luca e agli amici di sempre per aver condiviso questa grande avventura.
FS