Vento,

 

Ma come ho fatto ha cacciarmi in questo casino!

Sono veramente basso e non sono nemmeno certo di raggiungere  la pianura.

Si... la pianura!

è un bel programma ma davanti a me c'è un nero che sembra notte e a guardar bene forse sta anche diluviando...si, è proprio un bel casino e ora devo trovare un modo per venirne fuori.

 

Che cazzo di sete che ho!

 

Ma dove ho messo quella maledetta borraccia? 

Eccola, proprio dietro la mia schiena... Un sorso, un altro sorsetto... Si, va molto meglio.

Mi viene da sorridere, ripensando alla mattinata e ai preparativi.

Nemmeno me lo fossi immaginato, già ieri, guardando le carte era chiaro che sarebbe stata una giornata dominata dal vento, almeno 20 nodi da NE... Forse anche di più.

Oggi, appena arrivato al campo, mi sono proiettato in officina dove ho trovato Vito, seduto davanti al PC che preparava i quaderni tecnici per i mezzi del club.

   - ciao Vito, hai visto anche tu le carte? oggi vento forte vero? dobbiamo assicurarci che gli istruttori abbiamo una radio per aiutare i soci ad atterrare...

   - assolutamente!

Risponde Vittorio, staccando lo sguardo dalla scrivania ingombra di fogli.

   -  e  anzi, al briefing sarà bene spendere un po' di tempo per ricordare a tutti la procedura di atterraggio con il vento forte.

Detto fatto, alle 11, raggruppati tutti i soci, iniziavo la "lezioncina" di meteo con un continuo richiamo al vento e alle implicazioni:

   - meglio prevedere un volo a est, eviterei il Sud e l'ovest per non trovarmi incastrato con il vento contrario al rientro.

 

Interviene Borgo che conferma la mia raccomadazione:  

   - Attenti poi all"atterraggio, sempre meglio avere un po' di velocità in più. 

Più velocità, piu energia, uguale... pilota salvato! 

Alla fine Squarcia aggiunge un bel carico:

   - se oggi stiamo insistendo cosi tanto sulla sicurezza vuol dire che un motivo c'è !!! State in campana! 

 

... E puntuale come un cronometro giapponese, il vento è arrivato!

 

Alle 12, avevamo già 10 nodi leggermente al traverso, ma nessun problema per decollare; poi, come da piano, tutti verso est, seguendo una strada di cumuli, ben disegnata.

Mentre faccio la quota della prima salita, ripenso a briefing e a come avevamo catturato l'attenzione dei Soci. 

 

Si, avevamo fatto la cosa giusta.

 

Li avevamo un pò strapazzati ma forse avevamo evitato che decollassero inconsapevoli dei rischi, in una giornata interessante ma sicuramente non standard.

Il mio aliante saliva, sorretto da un buon valore rotondo e io ero veramente soddisfatto. Un buon briefing... Quello che si ci aspetta da noi!

 

Fatta la quota lasciamo per una prima planata. 

In questo trenino, siamo in tre, io l'amico Stefano e Roberto. 

Tre alianti molto diverso fra loro, il mio probabilmente il meno performante ma meno male che questa volta mi sono violentato è ho caricato un po d'acqua. 

Non lo faccio mai, ma con questo vento sarebbe stato un errore non farlo, fosse solo per star dietro ai 18 metri di Roberto e all'Asw27 di Steeve.

 

Il variometro è sincero ma mi piace quando sento la spinta verso l'alto con il sedere, un secondo prima dello strumento.

Ogni termica ci concede tra il metro e mezzo e i due metri al secondo, a volte anche qualcosa di più e il dischetto stringe bene le spirali, senza accusare il maggior carico. 

Sono soddisfatto; per qualche strano motivo, in passato, ho sofferto il carico d'acqua, una strana sensazione di instabilità alle basse velocità che oggi non provo... Molto meglio così.

 

Ci spostiamo da Varzi verso il Penice e da lì parte un fronte bel segnato, piatto, largo e nero come la notte.

Lo percorriamo di corsa e non resisto a commentare per radio il mio godimento:

   - incredibile figata ! Sono attaccato alla base e spingo a 200k/h per non entrare dentro!

Il solfar fischia a mille, facendo un casino assordante che amplifica la tensione del momento e le scariche di adrenalina.

Mentre tengo l'occhio fisso sull'anemometro e sul vario, mi infilo velocissimo nelle barbuglie e la visibilità inizia a diminuire. 

Il neurone, cosi mia moglie ha battezzato la mia capacità intellettiva, sta valutano le opzioni: se continua così, ho supero la VNE o vado dentro ! 

Come al solito non ricordo se ci sono limiti di velocità all'estrazione dei diruttori.

 

Per fortuna non serve.

 

Eccoci alla fine della corsa, aumenta la luce, sono fuori! Una bella richiamata a tutta birra e... Oplà! Mi ritrovo dopo Bardi, veloce e bello alto.

Un secondo per rilassarmi e cercare i compagni...

   - dove sei Steeve?  chiedo per radio, certo di essere a poca distanza dall'amico.

 

Mi sbagliavo...

 

   - sono a nord di Rubiano, in direzione di Parma.  Mi risponde.

Sono un po' deluso, mi aspettavo di unirmi al gruppo per sfruttare meglio la capacità dei tre alianti di centrare la salita e invece ci separano almeno 10km... 

 

Non è un volo, è un inseguimento!

 

   - io sto arrivando ora a Rubiano, tu  Cesco dove sei, interrogativo? si intromette Roberto.

   - sono in vista dell'incrocio dei due fiumi, stimo di essere da te in pochi minuti.

Così, cerco di raggiungere il DG800 di Roby, che sembra un target più probabile rispetto a Steeve, troppo in là.

 

Per la prima volta mi accorgo del vento.

 

Raggiunto Roby, tentiamo un avvicinamento a Parma, dove ci aspetta Steeve, ma il vento forte e contrario rende il percorso molto inefficiente, ogni tanto guardo giù e Rubiano non sembra allontanarsi mai.

Perdiamo quota per fare ben pochi km e anche Stefano per radio ammette un po' di insofferenza ad aspettarci, non riuscendo a mantenere la salita, facilmente come prima.

 

Le condizioni meteo stanno cambiando.

 

   - che dite se ce ne freghiamo di girare Parma e iniziamo a pensare al rientro? 

detto da Steeve, che è il più alto di tutti, il più veloce e quello che fino ad ora ha volato meglio, la domanda appare ad entrambi come un non troppo velato consiglio.

   - direi che si può fare ! rispondo e forse non aspettavo altro, 

vista la fatica che sto facendo per trovare una salita, proprio sulla verticale del campo dei Parmensi... cavolo... Non ci vorrei atterrare!!!

 

Detto fatto, un bel 180 e il trenino riparte alla ricerca della rotta energetica più valida per ripercorrere i 90 km che ci separano da casa.

Ci accorgiamo subito che la situazione è cambiata, o forse dovrei dire... degenerata.

Davanti a noi lo stradone sotto il nero, percorso in velocità all'andata, non sembra facile da ritrovare ed i cumuli a nord hanno ora un aspetto congesto, con evidenti segni di temporali in atto qua e là nella pianura piacentina.

Il fronte dell'andata è stato spinto più a sud dal vento e presenta due alternative: il lato sud del fronte al sole, molto dentro le montagne o una rotta sopravento, più vicina all'aria temporalesca ma non cosi tanto e "segnata" da barbuglie che fanno ben sperare.

 

   - da dove vogliamo passare ?  

 

domando io per radio e la risposta di Stefano e Roberto conferma la mia prima valutazione... Puntiamo sul lato Nord sopravento, in pedemontana, sembra a tutti la scelta migliore e più sicura.

 

La planata non è esaltante. 

 

All'inizio manteniamo la quota, ma le barbuglie non funzionano.

Andiamo avanti ottimisti, convinti di trovare prima o poi un valore decente... 

   - il primo che trova la salita chiama gli altri e facciamo un po' di quota, comincio a essere bassotto. 

Annuncio io per radio, come servisse chiederlo!

Steeve mi conferma:

   - ne sarei felice, ma fin ora non ho sentito nulla.

L'aria davanti e alla nostra destra è sempre più scarsa, troppa ombra in terra e qualche goccia inizia a sporcare il profilo delle ali. 

 

Il suono del solfar, costantemente cupo, inizia a darmi sui nervi.

 

   - ragazzi, ma siete passati così a Nord?  sentiamo una chiamata radio da Vittorio, che di ritorno anche lui da est, a bordo del possente nimbus4, ci ha quasi raggiunti.

   - io ho preferito tenermi sul versante sud del fronte, al sole e qui si vola bene con 2000 di quota, non so se avete fatto bene a passare da lì! 

 

Dette da lui, queste parole suonano come un'amara sentenza... 

 

Per radio nessuno ha il coraggio di replicare ma tutti e tre cominciamo a temere di aver giocato male le nostre carte e cambiar rotta ora è veramente impossibile.

Ci siamo fatti influenzare dalla vicinanza della pianura e dal vento (ragionamento tutto sommato corretto) ma abbiamo sottovalutato il veloce evolvere della situazione e i temporali, troppo vicini per non influenzare la rotta.

 

   - cazzo! Dobbiamo trovare per forza una salita, appoggiamoci a quel pendio sotto il cumulo e cerchiamo di tirarci su! 

 

Siamo quasi in Val Trebbia, rapidamente abbiamo perso quota e le ali bagnate sembrano di piombo, ci sparpagliamo per aumentare le probabilità di trovare  un aggancio che ci tiri fuori dai casini.

Il fronte ha coperto tutto e in terra c'è ombra da chissà quanto tempo, salire non sarà facile.

Vedo Steeve ben più alto di me, sta girando... 

 

Provo ad andandarci sotto.

 

Il vario mi lancia un urlo positivo, poi uno negativo e poi ancora un segno più... Un gran casino! Stringo la spirale sotto l'aliante di Steeve ma non se parla di ottenere una media decente.

Provo a spostarmi, mi appoggio al costone in un punto dove si forma una spalletta che dovrebbe lavorare bene con il vento.... 

 

Sbamm!!!

 

Una botta forte sotto al sedere, promette bene... un quarto di giro con un +3m/s... Poi tutto negativo, maledizione non funziona!!!

   - cosa dite, scarichiamo l'acqua ? Ora ci serve salire, non correre. 

In un attimo i tre alianti aprono le valvole e la capottina del mio Discus si bagna, incrociando le scie dei tre amici, ovviamente piu alti di me.

 

Sento che mi sta salendo l'ansia...

Sto perdendo un po' di fiducia e mi sembra di rivivere l'esperienza di due anni prima, quando insieme a Luca, ci eravamo trovati in una situazione analoga. 

Quel giorno, Luca aveva “parcheggiato” il Duodiscus in un bel campo di grano... In salita, nei pressi di Langhirano.

Ma oggi... Sono solo e devo restare calmo.

D’altronde, chi dice che il volo a vela sia uno sport di aggregazione si riferisce alla condizione normale. 

Una cosa è sicura, quando sei nella merda, sei da solo; e da solo ne devi uscire... Possibilmente bene!

 

Spengo la radio.

 

Le voci degli amici mi distraggono, anche questo maledetto vario, che non mi vuole aiutare, finisce solo per aumentare la quantità di rumore a bordo... Vorrei sentire solo le mie ali, il vento e una bella spinta verso l'alto.

Ma di salire non se parla.

La quota inizia a essere veramente scarsa.

 

Devo decidere qualcosa ora.

 

Non sono sicuro di fare la scelta giusta ma, visto che tutti i precedenti tentativi di recuperare quota, attaccato ai costoni, sono miseramente falliti, proverò a guadagnarmi la pianura. 

Sono entrato in modalità "sicurezza", quando il volo è ufficialmente finito e l'unica preoccupazione diventa non farsi male e possibilmente salvare l'aliante; rigidamente in quest'ordine.

 

Come un forsennato smanetto con il palmare e scopro di essere a 30km da Gragnano. 

 

Lo strumento mi indica +200m sulla planata del campo. 

Non ci credo nemmeno per un secondo! 

Con quasi 30 km/h di vento contro, sono certo che duecento metri non mi basteranno mai.

Mi sposto sulla mia sinistra e mi attacco alla collina che lentamente, molto lentamente degrada verso nord. 

 

Faccio la scelta giusta.

 

La collina "porta". Percorro i successivi chilometri senza peggiorare la mia situazione e anche se davanti a me incombe un evidente temporale, mi sto avvicinando all'ultimo rilievo prima della pianura.

Se mi misurassero il battito ora, credo che lo troverebbero decisamente accelerato e poi ho una sete micidiale, mi berrei il mare nel tentativo di reidratare il palato.

Una sorsata dalla borraccia e, proprio quando non ci speravo più, il vario s'impenna!

 

Sono sdraiato sulle piante dell'ultima collina, provo timidamente a inclinare a destra... 15 gradi... tiene... 30 gradi, la provo a stringere... tiene ancora, un giro positivo, debole ma positivo, poi un'altro... 

 

Forse mi salvo!

 

Non oso cantar vittoria, troppo presto, troppe volte sono stato fregato da finte salite che alla fine mi hanno solo illuso. 

Resto teso e concentrato.

Tutti i sensi sono in allerta, come a voler aiutare gli strumenti alla ricerca della salita perfetta.

Lo sforzo è massimo, devo volare pulito, non devo rovinare questo regalo inaspettato.

La spinta si fa più forte, come se una grossa mano mi stesse tirando via da un destino incerto.

Il valore è diventato costante, l'ascendenza sempre più forte. 

Mi accorgo di avere ora un buon margine su Gragnano, forse posso sperare anche ti guadagnare Voghera.

 

Sta piovendo forte ora e il fedele dischetto sta salendo +4m/s e sembra non curarsi della turbolenza e delle ali bagnate.

 

Mi ritrovo a ridere come un bambino, tirato per mano verso la salvezza.

Sotto il temporale, tra una scarica elettrostatica e un tuono, inizio una lentissima planata verso Novi. 

La grande mano mi ha lasciato in base a 2000 di quota e ora, con il vento nella schiena, posso finalmente rilassarmi.

Vedo un po' di luce in lontananza, so che segna la fine del temporale, il computer mi assicura una planata con 700m di margine, non può succedere più nulla che mi impedisca di tornare.

 

Sorrido, finalmente sereno e recupero un battito accettabile.

 

Il pensiero va subito agli amici. Saranno riusciti a salvarsi ? 

Li chiamo per radio, ma nessuno risponde.

Provo le altre frequenze, invano.

Alla fine provo sulla frequenza di Novi e mi risponde subito Grinza che, come da copione, sta presidiando la torre e impartisce istruzioni a tutti gli alianti in volo per aiutarli ad atterrare con i 50km/h di vento rafficato.

 

   - ben tornato D6159, eravamo in pensiero. Stefano sta atterrando ora e Roberto ha dichiarato la prenotazione. Quando inizi la procedura, ricordati di arrivare veloce, non meno di 130km/h e anche più.

 

Le sue parole sono un toccasana. 

Gli amici sono riusciti a venir via dalla Valtrebbia prima di me e sono ormai al sicuro, Carlo sta facendo un lavoro egregio in torre e io... 

 

Sono salvo!

 

Mentre plano, quasi a visibilità zero, per tanto che pioveva, ho il tempo di riflettere sul salvataggio appena vissuto.

Qualcuno dirà che il vento non tradisce mai, se sai gestirlo, appoggiandoti sul versante giusto del pendio.

Altri, giustificheranno il fortunato recupero attribuendo alla fortuna (insperata) il ruolo protagonista.

Io, in cuor mio, credo che quella grande mano che mi ha tirato fuori dai pasticci avesse del magico e forse del miracoloso.

Mi risuonano in mente e parole di mia moglie che mi ricorda che tutti noi abbiamo sempre vicino il nostro angelo, pronto a intervenire in caso di bisogno.

Quante volte a casa, abbiamo riso di questa sua idea, scherzandoci sù e prendendola in giro.

Ora non sono più tanto convinto che fosse giusto ridere di lei e della sua romantica visione, ora non mi sembra più cosi folle la sua ipotesi.

Mentre il Discus risaliva dal buco nero in cui mi ero cacciato, sotto l'acqua e nel buio del temporale, forse non ero solo a pilotare il mio aliante, ad allargare per cercare di centrare la salita, a stringere dove mi sembrava che fosse più forte il valore.

 

Angelo, vento o fortuna, non cambia la morale.

 

Il nostro non è uno sport, non è un hobby, non è un'avventura... probabilmente è una fede.

La fede nella forza della natura, la fede nell'intelligenza dell'uomo, nel ruolo determinante dell'istinto ma anche del coraggio, dell'umiltà e della pazienza.

 

Forse a tutto questo dobbiamo aggiungere la fede per qualcosa che non capiamo o non siamo disposti ad accettare ma che forse all'ultimo momento, quando stiamo per perdere la speranza, ci ridà forza e ci tira fuori dai guai.

 

Buoni voli a tutti e... Non dimenticate di portarvi da bere in volo, potrebbe servirvi!

 

Fs

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